Disturbo Bipolare: sintomi, cause e cura

Uomo con espressione triste che tiene una maschera sorridente davanti al volto, simbolo degli sbalzi d’umore tipici del disturbo bipolare

«Mi sento come su una montagna russa emotiva: a volte pieno di energia, invincibile e con mille idee che mi frullano in testa, altre volte fatico ad alzarmi dal letto, schiacciato dalla tristezza e dal vuoto». Molte persone vivono in questo alternarsi estremo di euforia e disperazione, un’altalena emotiva che può far sentire fuori controllo. Queste esperienze potrebbero indicare la presenza del disturbo bipolare, una condizione di salute mentale che colpisce profondamente l’umore e l’energia di chi ne soffre.

In passato veniva chiamato sindrome maniaco-depressiva o depressione bipolare, mentre nel linguaggio comune è spesso detto bipolarismo o bipolarità. Si tratta di un disturbo dell’umore caratterizzato dall’alternanza fra episodi di eccitazione anomala (mania o ipomania) ed episodi di grave depressione. Questa patologia è ricorrente e cronica: tende a ripresentarsi periodicamente nel corso della vita, soprattutto se non trattata adeguatamente, e può causare una significativa compromissione nella vita quotidiana, sul lavoro e nelle relazioni.

Non è una rarità: secondo la Società Italiana di Psichiatria circa 1,2 milioni di italiani in età adulta soffre di disturbo bipolare, una percentuale tra l’1 e il 2% dell’intera popolazione, con esordio tipicamente tra fine adolescenza e prima età adulta. È inoltre una delle principali cause di disabilità nei giovani (15-44 anni) a livello globale, ed è associato a un rischio di suicidio significativamente elevato se non viene gestito in modo appropriato.

Sintomi del disturbo bipolare

Il disturbo bipolare si manifesta con due poli opposti di sintomi: le fasi maniacali (o ipomaniacali), in cui l’umore e l’energia sono eccessivamente elevati, e le fasi depressive, in cui prevalgono tristezza e apatia. Questi episodi possono durare da alcuni giorni a diverse settimane.

È importante riconoscere i segnali, perché spesso la persona che ne è affetta non realizza immediatamente la natura estrema dei propri stati d’animo.

Sintomi tipici della fase maniacale: nella mania l’individuo si sente insolitamente euforico oppure molto irritabile. Alcuni segnali comuni includono:

  • Umore esageratamente elevato o irritabile: senso di euforia fuori luogo, allegria incontenibile oppure nervosismo e agitazione ingiustificata.

  • Autostima ipertrofica: convinzione di avere capacità grandiose e fuori dal normale; possono comparire idee di grandiosità o invincibilità.

  • Iperattività e ridotto bisogno di sonno: livello di energia altissimo, iperattività motoria e mentale; la persona dorme molto poco ma non avverte stanchezza.

  • Loquacità e pensiero accelerato: parla molto velocemente, passa da un’idea all’altra in modo rapidissimo; può risultare difficile seguirne i discorsi.

  • Impulsività e comportamenti rischiosi: inclinazione a spendere eccessivamente, intraprendere attività avventate, guidare in modo spericolato, abuso di sostanze o sessualità promiscua senza considerare le conseguenze.

Nelle fasi maniacali più gravi possono comparire anche sintomi psicotici, come deliri di grandiosità (es. credere di avere poteri speciali) o paranoia, e la perdita del contatto con la realtà. In genere un episodio maniacale pieno dura almeno 7 giorni ed è abbastanza intenso da compromettere seriamente il funzionamento quotidiano. Una forma più lieve, detta ipomania, presenta sintomi simili ma di minore intensità e durata (almeno 4 giorni), senza alterare troppo la vita quotidiana. Chi sta attraversando una fase di eccitamento spesso non si rende conto di stare male: può sentirsi benissimo e rifiutare l’idea di limitare il proprio comportamento, rendendo ancora più delicato l’intervento.

Sintomi tipici della fase depressiva: l’episodio depressivo rappresenta l’opposto della mania. La bipolarità in questa fase si manifesta con sintomi simili a quelli di una depressione maggiore:

  • Umore depresso e disperazione: tristezza profonda, senso di vuoto, pessimismo estremo e perdita di speranza verso il futuro. Chi ne soffre percepisce tutto come doloroso e privo di significato.

  • Anedonia e ritiro: marcata perdita di interesse o piacere per le attività che normalmente interessavano (lavoro, hobby, relazioni); tendenza all’isolamento sociale e al ritiro in se stessi.

  • Cambiamenti in sonno e appetito: forte affaticamento e mancanza di energia, spesso accompagnati da disturbi del sonno (insonnia o, al contrario, ipersonnia) e variazioni dell’appetito (mangiare molto più o molto meno del solito).

  • Difficoltà cognitive: rallentamento psicomotorio, difficoltà di concentrazione e di memoria, indecisione e senso di inefficacia in qualunque compito.

  • Sentimenti di colpa e autosvalutazione: ci si sente inutili, inadeguati, sopraffatti da pensieri negativi su di sé; possono emergere forti sensi di colpa anche senza un motivo concreto.

  • Idee di morte o suicidio: nei casi più gravi compaiono pensieri ricorrenti di voler morire, idee suicidarie o gesti di autolesionismo (fonte: OMS). Questi segnali indicano urgentemente la necessità di aiuto professionale.

Le fasi depressive tendono ad essere più lunghe delle maniacali (possono protrarsi per diverse settimane o mesi) e spesso causano una sofferenza profonda. In alcuni casi particolari, la persona può sperimentare stati misti, in cui sintomi depressivi e maniacali si presentano simultaneamente: ad esempio umore triste ma con pensieri frenetici e forte agitazione. Questo può risultare particolarmente rischioso, perché l’energia dell’episodio “alto” unita ai pensieri cupi della depressione aumenta il pericolo di gesti impulsivi. È importante sottolineare che non stiamo parlando di normali alti e bassi emotivi: nel disturbo bipolare gli sbalzi d’umore sono molto più intensi e duraturi, al punto da compromettere la capacità di svolgere le normali attività quotidiane. Se riconosci questi sintomi in te stesso o in una persona cara, è fondamentale prenderli sul serio.

Illustrazione sul disturbo bipolare: testa umana divisa tra lato maniacale colorato e felice e lato depressivo in ombra e triste, simboli visivi dei due poli dell’umore

Cause e fattori di rischio

Le cause esatte del disturbo bipolare non sono ancora completamente note. Gli studi suggeriscono che sia una condizione multifattoriale, in cui interagiscono elementi genetici e ambientali. Il disturbo bipolare è tra i disturbi psichiatrici con maggiore ereditarietà: avere un parente stretto (genitore o fratello) affetto da bipolarismo aumenta la probabilità di svilupparlo. Questo indica una predisposizione genetica importante, anche se i geni da soli non spiegano tutto.

Oltre alla vulnerabilità genetica, entrano in gioco fattori di rischio ambientali e psicologici. Spesso il disturbo bipolare esordisce o si riacutizza in corrispondenza di eventi stressanti o traumatici: ad esempio lutti, perdita del lavoro, conflitti relazionali gravi, abusi o altre esperienze destabilizzanti possono agire da trigger, scatenando un episodio in una persona predisposta. Cambiamenti importanti nello stile di vita – come privazione di sonno prolungata, jet lag o alterazioni dei ritmi sonno-veglia – possono anch’essi innescare episodi maniacali (non a caso, la mancanza di sonno è uno dei fattori scatenanti più comuni della mania). Anche le fluttuazioni stagionali (es. passaggio a stagioni con più ore di luce) a volte sono correlate a ricadute, con tendenza ad episodi maniacali in primavera/estate e depressivi in autunno/inverno.

L’uso di sostanze psicoattive rappresenta un ulteriore fattore di rischio: alcol e droghe possono peggiorare il decorso del disturbo bipolare e precipitare nuovi episodi sia euforici che depressivi. Spesso, infatti, chi soffre di bipolarità sviluppa anche problemi di abuso di sostanze nel tentativo maldestro di “autocurarsi” o alleviare i sintomi, finendo però per aggravare la situazione. Un’altra possibile insidia è l’uso di alcuni farmaci senza supervisione medica appropriata: ad esempio, gli antidepressivi prescritti da soli (senza uno stabilizzatore dell’umore) possono talvolta provocare un “viraggio” in mania o ipomania in soggetti bipolari. Per questo motivo, è essenziale che la diagnosi sia corretta: un disturbo bipolare scambiato per depressione unipolare e trattato solo con antidepressivi può peggiorare invece di migliorare.

In sintesi, il disturbo bipolare nasce da una combinazione di vulnerabilità biologica e fattori di stress esterni. Non è colpa di chi ne soffre né qualcosa che si possa semplicemente “superare con la forza di volontà”. Comprendere questi aspetti aiuta a ridurre lo stigma e a vedere il disturbo per quello che è: una malattia reale e trattabile, non una debolezza personale.

Quando è consigliabile chiedere aiuto

Riconoscere di avere bisogno di aiuto è un passo fondamentale ma spesso difficile. A volte la persona in fase maniacale non percepisce il proprio comportamento come problematico – anzi, può sentirsi benissimo e rifiutare l’idea di farsi aiutare – mentre durante la depressione può pensare che nulla e nessuno potrà aiutarla. In realtà, chiedere aiuto professionale tempestivamente è cruciale per gestire il disturbo bipolare in sicurezza.

Rivolgiti a uno specialista (psicologo o psichiatra) senza indugio se riconosci in te questi segnali d’allarme: sbalzi d’umore marcati e persistenti che interferiscono con il tuo funzionamento quotidiano (sul lavoro, nello studio o nelle relazioni); episodi di umore così euforico o irritabile da portarti a comportamenti rischiosi o fuori carattere; episodi di depressione profonda con pensieri di inutilità, di morte o suicidio. Non aspettare che la situazione precipiti: prima si interviene, più è probabile riuscire a stabilizzare l’umore ed evitare conseguenze negative.

Va cercato aiuto immediato – anche recandosi al Pronto Soccorso – se compaiono idee suicidarie o comportamenti autolesivi, oppure se l’episodio maniacale comporta perdita del giudizio al punto da mettere in pericolo sé o gli altri. In queste circostanze può essere necessario un ricovero ospedaliero per proteggere la persona finché i sintomi non si riducono.

Anche al di fuori delle emergenze acute, vale sempre la pena consultare un professionista quando si sospetta un disturbo dell’umore. Una valutazione psichiatrica approfondita permette di ottenere una diagnosi corretta (non di rado il bipolarismo viene inizialmente scambiato per depressione o per altri problemi) e di impostare un percorso di cura su misura. Purtroppo ancora oggi molte persone con disturbo bipolare non ricevono diagnosi e cure adeguate, spesso per anni. Questo può portare a sofferenze evitabili, problemi sul lavoro e nelle relazioni, e aumenta il rischio di comportamenti suicidari. Superare lo stigma e la paura del giudizio è difficile, ma è un atto di coraggio che può salvare la vita: il disturbo bipolare è trattabile, ma bisogna dare l’opportunità ai professionisti di aiutare. Ricorda che chiedere aiuto non è segno di debolezza, bensì il primo passo verso il recupero del benessere.

Seduta di psicoterapia online per il disturbo bipolare: giovane donna parla con una specialista in videochiamata da casa, in un ambiente tranquillo e accogliente

Trattamenti e importanza di un approccio integrato

Per il disturbo bipolare esistono terapie efficaci, anche se spesso richiedono un po’ di tempo e pazienza per trovare la combinazione giusta per ciascun individuo. In generale, il trattamento ottimale prevede un approccio integrato, che combini terapia farmacologica e psicoterapia, possibilmente con il coinvolgimento dei familiari e di un’équipe multidisciplinare. Gli studi dimostrano infatti che un trattamento combinato (farmaci + supporto psicologico) è più efficace della sola terapia farmacologica nel migliorare i sintomi e prevenire le ricadute.

Terapia farmacologica: i farmaci sono spesso indispensabili per stabilizzare l’umore nelle fasi acute e prevenire nuovi episodi. I farmaci stabilizzatori dell’umore costituiscono la pietra angolare del trattamento: tra questi, il litio è il più classico e ancora oggi uno dei più efficaci nel prevenire sia le manie sia le depressioni. Altri stabilizzatori comunemente utilizzati sono alcuni farmaci anticonvulsivanti (come valproato e lamotrigina). Nelle fasi maniacali o nei casi di bipolarità con sintomi psicotici, si ricorre spesso anche agli antipsicotici atipici (es. quetiapina, olanzapina, risperidone), che aiutano a contenere l’euforia, l’agitazione e eventualmente le allucinazioni o i deliri. Nelle fasi depressive gravi, talvolta vengono introdotti anche antidepressivi, ma sempre con grande cautela: in un quadro bipolare gli antidepressivi vanno usati solo sotto stretto controllo medico, associati a uno stabilizzatore, per evitare il rischio di innescare una fase maniacale. Ogni persona reagisce in modo diverso ai farmaci, quindi è fondamentale una gestione personalizzata da parte dello psichiatra: può essere necessario provare diversi dosaggi o combinazioni per trovare la terapia ottimale con il minimo di effetti collaterali. Non bisogna scoraggiarsi se inizialmente la cura va aggiustata: la stabilizzazione dell’umore è un percorso e richiede monitoraggio nel tempo.

Psicoterapia e supporto psicologico: affiancare ai farmaci un percorso psicoterapeutico migliora notevolmente gli esiti del trattamento. Diverse forme di psicoterapia si sono dimostrate utili nel disturbo bipolare: ad esempio la Terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può aiutare a riconoscere i pensieri disfunzionali che accompagnano i cambiamenti d’umore e a sviluppare strategie per gestirli; la psicoeducazione (spesso svolta anche in gruppo) insegna al paziente e ai familiari a conoscere meglio la malattia, riconoscere i segnali precoci di un episodio e adottare comportamenti protettivi; la terapia interpersonale e dei ritmi sociali aiuta a mantenere regolarità nello stile di vita e nelle relazioni, riducendo i trigger ambientali. Anche la terapia familiare può essere molto preziosa, perché coinvolge i propri cari nel sostegno al paziente e nel migliorare la comunicazione e l’ambiente domestico. L’obiettivo della psicoterapia non è “curare” il disturbo bipolare (che ha una forte base biologica), ma fornire alla persona strumenti pratici per affrontarlo: migliorare l’aderenza ai farmaci, gestire lo stress, risolvere i problemi quotidiani che possono influenzare l’umore, e mantenere routine sane.

Stile di vita e auto-gestione: parte integrante del trattamento è l’adozione di uno stile di vita equilibrato e regolare. Alcuni accorgimenti, che vedremo in dettaglio nella sezione successiva, possono fare una grande differenza nel mantenere la stabilità dell’umore: dormire un numero sufficiente di ore ogni notte, seguire una dieta sana, evitare droghe e limitare l’alcol, praticare attività fisica moderata e regolare, ridurre lo stress e mantenere routine quotidiane costanti. Molti pazienti imparano, con il tempo, a riconoscere in anticipo i campanelli d’allarme di una fase incipiente – ad esempio, una riduzione del bisogno di sonno e un aumento di idee possono annunciare una virata maniacale – e quindi ad agire prontamente (contattando il medico, incrementando le strategie di gestione) per prevenire l’episodio o attenuarne la gravità. In altre parole, con il giusto trattamento e una buona consapevolezza di sé, è possibile tenere sotto controllo la malattia.

Non esiste ad oggi una “cura definitiva” che elimini per sempre il disturbo bipolare, in quanto è una condizione tendenzialmente cronica. Tuttavia, ci sono ottime prospettive di stabilizzazione: molte persone con disturbo bipolare, seguendo le terapie e le indicazioni mediche, riescono a trascorrere lunghi periodi senza sintomi o con sintomi molto lievi, portando avanti una vita piena e soddisfacente. L’importante è non interrompere mai le cure senza consulto medico – anche se si sta bene da tempo – perché la prevenzione delle ricadute è un elemento chiave della terapia.

5 strategie pratiche per convivere con il disturbo bipolare

Oltre ai trattamenti clinici, ci sono strategie pratiche che chi soffre di disturbo bipolare può adottare nel quotidiano per mantenere l’equilibrio e prevenire gli episodi. Di seguito presentiamo 5 consigli, supportati da evidenze scientifiche, che possono aiutare a gestire meglio la bipolarità:

  1. Mantieni un equilibrio tra vita lavorativa e vita privata: Imparare a dosare le energie tra lavoro, studio e tempo libero è fondamentale. Un work-life balance sano riduce lo stress eccessivo, che è un noto trigger per gli sbalzi d’umore. Prevedi spazi per il relax e le attività piacevoli nella tua routine settimanale, evitando di sovraccaricarti di impegni. Ritmi di vita troppo frenetici o, al contrario, isolamento e inattività prolungata possono entrambi favorire ricadute; cerca quindi una via di mezzo stabile. Stabilire routine prevedibili e dare struttura alle giornate aiuta il cervello a mantenere ritmi più regolari.

  2. Coltiva relazioni positive e una rete di supporto: Non affrontare il disturbo bipolare da solo. Relazioni sane e di supporto – che siano familiari comprensivi, amici fidati o gruppi di supporto tra pari – offrono un aiuto prezioso. Avere persone con cui parlare apertamente di ciò che provi può farti sentire compreso e meno solo. Inoltre, chi ti sta vicino può aiutarti a riconoscere dall’esterno eventuali segnali precoci (magari notano cambiamenti nel tuo sonno o nel tuo comportamento prima che tu stesso ne abbia piena consapevolezza) e spronarti a seguire le cure. Investi tempo nelle amicizie e nei legami familiari che ti fanno sentire accettato: il supporto sociale è un fattore protettivo riconosciuto per la salute mentale.

  3. Segui una dieta sana ed equilibrata: L'alimentazione incide sul benessere psicofisico. Pur non esistendo una “dieta per il disturbo bipolare” specifica, è consigliabile privilegiare cibi nutrienti – frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre, pesce ricco di omega-3 – e limitare gli eccessi di zuccheri raffinati, caffeina e alcol. Un’alimentazione equilibrata aiuta a mantenere costanti i livelli di energia durante la giornata e a evitare cali improvvisi dell’umore legati, ad esempio, a picchi glicemici. Alcune ricerche suggeriscono che carenze nutrizionali (come di acidi grassi omega-3, presenti nel pesce) potrebbero influire sul tono dell’umore, anche se non sono cause dirette. In generale, ciò che fa bene al cuore e al corpo fa bene anche al cervello: mantieni idratazione adeguata, evita abbuffate o digiuni prolungati, e rispetta orari regolari dei pasti per sostenere i tuoi ritmi biologici.

  4. Fai esercizio fisico in modo regolare: Numerosi studi indicano che una costante attività fisica aerobica apporta benefici anche nella gestione del disturbo bipolare. L’esercizio (come camminare a passo sostenuto, correre, andare in bicicletta o nuotare) favorisce il rilascio di endorfine e altri neurotrasmettitori del “benessere”, aiutando a migliorare l’umore – in particolare nella fase depressiva. Inoltre contribuisce a ridurre l’ansia, promuove un sonno più regolare e aumenta il senso di efficacia personale. Non serve diventare atleti: l’importante è la costanza. Ad esempio, anche 30 minuti di camminata al giorno, 3-4 volte la settimana, possono fare la differenza nel lungo termine. Scegli un’attività che ti piaccia (ballare, fare yoga, andare in palestra con un amico) così sarà più facile mantenerla. Ovviamente, nelle fasi acute potresti non averne la forza o al contrario potresti esagerare se sei in fase maniacale: adatta l’esercizio al tuo stato, ma cerca di mantenerti in movimento appena ne hai la possibilità, come parte della routine di benessere.

  5. Garantisciti un sonno regolare e sufficiente: Dormire bene è forse la strategia più importante di tutte. Il sonno ha un impatto enorme sull’umore: un ritmo sonno-veglia sballato può anticipare un episodio maniacale o peggiorare una depressione. Cerca di andare a dormire e svegliarti a orari costanti ogni giorno, creando una routine serale rilassante. Evita l’uso di schermi luminosi (cellulare, computer, TV) immediatamente prima di andare a letto, e limita l’assunzione di caffeina nelle ore pomeridiane e serali. Assicurati che la tua camera da letto sia un ambiente tranquillo, buio e confortevole. Se soffri di insonnia o di sonno molto interrotto, parlane con il tuo medico: esistono interventi sia comportamentali (igiene del sonno, tecniche di rilassamento) sia farmacologici sicuri che possono aiutarti a ristabilire un ritmo sano. Dall’altro lato, attenzione anche a non eccedere nel sonno durante le fasi depressive: restare a letto tutto il giorno può peggiorare il senso di spossatezza. Cerca di trovare un equilibrio, magari facendoti aiutare da un familiare a rispettare gli orari. Mantenere un ciclo sonno-veglia regolare è uno dei modi più efficaci per prevenire ricadute.

Oltre a queste cinque aree chiave, altre strategie utili includono pratiche di mindfulness e meditazione – che aumentano la consapevolezza dei propri stati interni e insegnano a riportare l’attenzione al presente, riducendo l’identificazione totale con le emozioni che vanno e vengono – e tecniche di rilassamento (come respirazione profonda, training autogeno, yoga) per gestire l’ansia e lo stress. Anche tenere un diario dell’umore può rivelarsi prezioso: annotando giorno per giorno il proprio stato emotivo, le ore di sonno, eventuali eventi o cambiamenti, si possono individuare schemi e campanelli d’allarme personali. Condividere queste osservazioni con il terapeuta o lo psichiatra aiuta ad aggiustare il piano di trattamento in modo ancora più mirato.

Infine, ricorda l’importanza di celebrare i progressi e praticare l’auto-compassione. Convivere con il disturbo bipolare è una sfida impegnativa: è normale avere qualche passo falso. Non colpevolizzarti per i momenti di difficoltà e non dare per scontati i risultati raggiunti. Ogni giorno stabile, ogni situazione affrontata con successo, è una conquista. Con il tempo e il supporto adeguato, è assolutamente possibile costruire una vita equilibrata e significativa, al di là della diagnosi.

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Domande frequenti sul disturbo bipolare

Cosa significa essere bipolare?

Il disturbo bipolare è una condizione di salute mentale caratterizzata da oscillazioni estreme dell'umore: la persona alterna episodi di mania o ipomania (umore euforico o irritabile, energia elevata) a fasi di depressione profonda (tristezza, apatia, senso di vuoto). Questi episodi non sono semplici sbalzi d'umore, ma alterazioni cliniche che durano giorni o settimane.

Essere bipolare non significa essere "lunatici": si tratta di un disturbo dell'umore diagnosticabile, con criteri precisi. Il termine è spesso usato impropriamente nel linguaggio comune, ma clinicamente indica una patologia seria che richiede attenzione e trattamento specialistico.

Quali sono i sintomi del disturbo bipolare?

I sintomi della bipolarità variano tra fase maniacale e fase depressiva. Nella mania si osservano euforia, agitazione, pensieri accelerati, ridotto bisogno di sonno e comportamenti impulsivi. Nella depressione, invece, compaiono tristezza profonda, stanchezza, perdita di interesse e, nei casi gravi, pensieri suicidari.

Tra un episodio e l'altro, l'umore può essere stabile. Tuttavia, senza un trattamento adeguato, queste fasi tendono a ripetersi. Riconoscere i segnali e rivolgersi a uno specialista è essenziale per prevenire le ricadute e gestire il disturbo nel tempo.

Il disturbo bipolare è ereditario?

Sì, il disturbo bipolare ha una forte componente genetica. Avere un familiare di primo grado con questa diagnosi aumenta il rischio, anche se non determina automaticamente la comparsa del disturbo. Si stima che l'ereditarietà sia tra le più alte tra i disturbi psichiatrici.

Oltre ai fattori genetici, influiscono anche eventi stressanti o traumatici. Chi ha familiarità positiva dovrebbe prestare attenzione ai segnali d'allarme e, in caso di dubbi, rivolgersi a uno psicologo o psichiatra per una valutazione preventiva.

Si può guarire dal disturbo bipolare?

Il disturbo bipolare è una condizione cronica, ma gestibile. Non esiste una "cura definitiva", ma è possibile ottenere una lunga stabilizzazione dell'umore grazie a un mix personalizzato di farmaci, psicoterapia e stile di vita regolare.

Molte persone convivono con successo con il disturbo, raggiungendo una piena funzionalità nella vita quotidiana. La chiave è seguire il trattamento in modo continuativo e costruire una buona consapevolezza di sé per prevenire le ricadute.

Qual è la differenza tra disturbo bipolare e disturbo borderline?

Il disturbo bipolare è un disturbo dell'umore con episodi distinti di mania e depressione che durano giorni o settimane. Al contrario, il disturbo borderline di personalità si manifesta con sbalzi emotivi rapidi e intensi, spesso reattivi a situazioni relazionali.

Nel borderline, l'instabilità è cronica e si accompagna a tratti di personalità specifici come paura dell'abbandono, relazioni turbolente e impulsi autolesivi. La diagnosi differenziale va affidata a un professionista esperto, poiché i due disturbi possono anche coesistere.