Stress: cos’è, sintomi, cause e come gestirlo

Sintomo fisico da stress: forti e continui mal di testa

Sei italiani su 10 si sono sentiti sotto pressione nell’ultimo anno, un dato che evidenzia quanto lo stress sia diventato un’esperienza comune nella vita moderna – soprattutto tra i giovani e le donne (dati del “World Mental Health Day Report” di IPSOS). Ma cos’è lo stress esattamente, e perché può avere un impatto così profondo sul nostro benessere?

In questa pagina affrontiamo il tema stress in modo divulgativo ed empatico: definiremo cos’è lo stress, vedremo perché incide sulla vita quotidiana, quali sintomi può provocare (fisici, emotivi e comportamentali), le cause e i fattori di rischio, quando è il caso di chiedere aiuto e quali trattamenti e strategie sono comprovati per gestirlo.

(Spoiler: non sei solo in questa sfida – lo stress colpisce tutti prima o poi, ma esistono modi efficaci per ridurlo e tornare a stare meglio!)

Cos’è lo stress

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2023) definisce lo stress come “uno stato di preoccupazione o tensione mentale causato da una situazione difficile”. In altre parole, lo stress è la risposta psicofisica che il nostro organismo attiva di fronte a compiti, eventi o cambiamenti percepiti come eccessivi o minacciosi. Si tratta di una reazione naturale e universale: tutti sperimentiamo una certa dose di stress nella vita quotidiana, e un po’ di stress può persino essere utile per affrontare le sfide di ogni giorno (ad esempio aiutandoci a concentrarci prima di un esame o a reagire prontamente di fronte a un pericolo). In questi casi si parla di “stress positivo” o eustress, che favorisce l’adattamento e la crescita personale.

Lo stress diventa però negativo (distress) quando la tensione è troppo intensa o prolungata nel tempo, superando la nostra capacità di adattamento. In situazioni di sovraccarico di stress, il corpo e la mente rimangono in allerta costante come se fossero sotto attacco, senza possibilità di recupero. Questa condizione di stress cronico può “logorare” gradualmente l’organismo e compromettere il funzionamento di cellule, tessuti e organi. Ognuno di noi può percepire e gestire gli eventi stressanti in modo diverso: ciò che risulta stressante per una persona potrebbe non esserlo per un’altra. Aspetti individuali come il temperamento, lo stile di pensiero e le esperienze passate influenzano molto la risposta allo stress. Ad esempio, chi tende a un approccio pessimista o rigido potrebbe vivere un contrattempo (come un ritardo del treno) con maggiore ansia e frustrazione rispetto a chi ha un atteggiamento più flessibile e ottimista. Inoltre, una storia di traumi o abusi (soprattutto durante l’infanzia) può rendere alcune persone particolarmente vulnerabili allo stress. In sintesi, lo stress non è di per sé una malattia, ma una naturale risposta di adattamento: diventa un problema quando è eccessivo e ci fa sentire sopraffatti.

Perché lo stress incide sulla vita

Lo stress coinvolge mente e corpo in modo profondo. In situazioni percepite come impegnative o minacciose, il nostro sistema nervoso attiva la reazione di “attacco o fuga” rilasciando i cosiddetti ormoni dello stress (adrenalina, noradrenalina e cortisolo). Queste sostanze fanno accelerare il battito cardiaco e il respiro, aumentano la pressione sanguigna e la prontezza dei riflessi – preparandoci ad affrontare il “pericolo” immediato. Nel breve termine, tali cambiamenti fisiologici sono utili e reversibili (stress acuto): una volta superata la situazione critica, il corpo di solito torna in equilibrio. Tuttavia, se gli stressor (fattori di stress) persistono a lungo, l’organismo resta cronicamente in allerta e gli ormoni dello stress rimangono elevati nel tempo. Questo stress cronico può avere conseguenze negative cumulative, note anche come sovraccarico allostatico.

Lo sapevi? Piccole quantità di stress possono essere positive e migliorare le nostre prestazioni quotidiane, ma un eccesso di stress finisce per minare la salute psicofisica.

Con il passare del tempo, uno stress elevato e costante indebolisce l’equilibrio dell’organismo e può contribuire allo sviluppo o al peggioramento di diversi problemi di salute. Ad esempio, livelli cronici di cortisolo e adrenalina sono collegati a: pressione alta e rischio cardiovascolare (infarto, ictus), abbassamento delle difese immunitarie (maggior suscettibilità a infezioni), disturbi metabolici (obesità, diabete) e persino alterazioni a livello di pelle e capelli (come caduta dei capelli o problemi dermatologici). 

Anche la salute mentale può risentirne: lo stress prolungato aumenta il rischio di sviluppare ansia e depressione o di aggravare disturbi psichici preesistenti. Non solo: quando ci sentiamo continuamente sotto stress, spesso adottiamo abitudini poco salutari nel tentativo di farvi fronte (per esempio fumare o mangiare in modo disordinato), il che crea un circolo vizioso dannoso per il nostro benessere.

In sintesi, lo stress incide sulla vita quotidiana perché influisce sul nostro funzionamento a 360 gradi: mente annebbiata, emozioni negative amplificate e corpo in affaticamento. Potremmo sentirci costantemente stanchi, irritabili, con difficoltà a concentrarci o prendere decisioni. A lungo andare, lo stress non gestito può ridurre la nostra qualità di vita e persino contribuire all’insorgenza di malattie serie. Ecco perché è importante riconoscerlo e affrontarlo per tempo.

Sintomi dello stress

Lo stress può manifestarsi con una varietà di sintomi, che possono differire da persona a persona. In genere, i segnali si suddividono in fisici, emotivi, cognitivi e comportamentali (fonte: Istituto Superiore di Sanità).

Essere consapevoli di questi sintomi comuni è il primo passo per riconoscere lo stress e intervenire. Di seguito una panoramica dei principali sintomi dello stress:

  • Sintomi fisici: mal di testa frequenti, tensione o dolori muscolari (soprattutto a collo e spalle), disturbi gastrointestinali (come acidità di stomaco, crampi o colon irritabile), aumento del battito cardiaco o palpitazioni, sudorazione (mani sudate), capogiri, stanchezza persistente e disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi o sonno non ristoratore). In alcuni casi possono comparire anche manifestazioni dermatologiche (es. sfoghi cutanei, orticaria) legate allo stress intenso. Lo stress cronico, inoltre, può indebolire il sistema immunitario rendendo più soggetti a malattie infettive e rallentando la guarigione delle ferite.

  • Sintomi emotivi: ansia costante, preoccupazioni difficili da controllare, irritabilità o impazienza, umore depresso o tristezza, sentimenti di sopraffazione (“non ce la faccio”), insicurezza, calo di motivazione ed entusiasmo, oppure senso di impotenza e scarsa autostima di fronte alle sfide quotidiane. Spesso chi è stressato riferisce di sentirsi “sul filo del rasoio”, più propenso ad agitarsi o a scatti d’ira per cose da poco.

  • Sintomi cognitivi: difficoltà di concentrazione e vuoti di memoria, mente confusa o annebbiata, ridotta capacità di prendere decisioni con lucidità, pensieri ricorrenti negativi o scenari “catastrofici”, difficoltà a mantenere l’attenzione sul lavoro o nello studio. In pratica, sotto stress la nostra mente fatica a lavorare in modo efficiente: problemi semplici possono sembrare insormontabili e la produttività cala.

  • Sintomi comportamentali: cambiamenti nelle abitudini quotidiane e nei comportamenti. Ad esempio, alterazioni dell’appetito (c’è chi mangia molto di più del solito, chi perde l’appetito), abuso di sostanze (aumento del consumo di alcol, fumo o uso di tranquillanti per cercare sollievo), isolamento sociale o al contrario esplosioni di aggressività (prepotenza verso gli altri), trascuratezza nei compiti quotidiani o nell’igiene personale, procrastinazione, calo del desiderio sessuale. Anche il sonno può essere perturbato: lo stress spesso causa insonnia o incubi notturni che portano a continui risvegli.

Tieni presente: non tutte le persone reagiscono allo stesso modo. Alcuni manifestano soprattutto sintomi fisici (per esempio mal di stomaco e tensione muscolare), altri avvertono di più gli effetti emotivi (ansia, umore nero), altri ancora notano cambiamenti nel comportamento. Qualunque sia la forma in cui si presenta, lo stress merita attenzione se i sintomi diventano intensi o interferiscono con la tua vita quotidiana.

Cause e fattori di rischio

Quali sono i fattori che possono scatenare lo stress? In psicologia vengono chiamati stressor gli eventi, le situazioni o le pressioni che provocano la reazione di stress. Spesso si pensa subito a eventi negativi, ma in realtà anche cambiamenti positivi possono essere fonti di stress (per esempio un matrimonio o un nuovo lavoro comportano comunque grandi adattamenti). Ecco alcune delle cause più comuni di stress e i fattori che possono aumentarne il rischio:

  • Eventi di vita importanti: situazioni sia spiacevoli che positive. Esempi di eventi stressanti negativi includono la perdita di una persona cara, un divorzio o la fine di una relazione affettiva, la malattia propria o di un familiare, difficoltà economiche gravi, la perdita del lavoro o un esaurimento professionale (burnout). Anche circostanze traumatiche come incidenti, aggressioni, disastri naturali o la pandemia possono generare un forte stress post-traumatico. Tra gli eventi positivi ma stressanti rientrano invece il matrimonio, la nascita di un figlio, un trasloco o l’acquisto di una casa, una promozione o cambio di lavoro, fino ad arrivare persino alle vacanze o alle festività (che per alcune persone rappresentano comunque uno sforzo di adattamento). In breve, qualsiasi grande cambiamento nella routine di vita può essere vissuto come stressante.

  • Pressioni lavorative e scolastiche: l’ambiente di lavoro è una fonte primaria di stress per molti. Carichi di lavoro eccessivi, scadenze urgenti e continue, straordinari frequenti, responsabilità elevate senza adeguato supporto, timore di perdere il posto, oppure conflitti con colleghi o superiori sono tutte circostanze che alimentano stress lavorativo (il cosiddetto stress lavoro-correlato). Un monitoraggio europeo ha rilevato che i lavoratori sperimentano stress quando le richieste del lavoro superano la loro capacità di gestirle, e circa il 50% degli europei considera lo stress comune nel proprio luogo di lavoro. Allo stesso modo, studenti di ogni età possono subire stress scolastico per via di verifiche, esami, pressione per i voti o aspettative elevate da parte della famiglia e società. Ad esempio, in Italia il 30% degli studenti riferisce di avvertire il peso della pressione scolastica e sociale.

  • Relazioni e isolamento: i rapporti personali possono essere sia un fattore protettivo che una causa di stress. Conflitti familiari, litigi col partner, difficoltà nella gestione dei figli adolescenti, oppure sentirsi soli e privi di supporto sociale, sono condizioni che aumentano il livello di stress percepito. D’altra parte, anche eventi gioiosi come iniziare una nuova relazione o allargare la famiglia richiedono adattamento e possono temporaneamente stressare.

  • Fattori ambientali e imprevisti: l’ambiente che ci circonda gioca un ruolo. Vivere in un luogo molto rumoroso, affollato o inquinato può contribuire a uno stress cronico di base. Anche condizioni climatiche estreme (caldo torrido o freddo intenso) o eventi eccezionali come catastrofi naturali (terremoti, alluvioni) sono potenti stressor esterni. Inoltre gli imprevisti – come un guasto all’auto, un ospite inatteso o un ritardo importante – rompono la nostra routine e possono generare stress acuto, specie in persone poco tolleranti all’incertezza.

  • Fattori biologici e di salute: la condizione fisica personale è un elemento chiave. Soffrire di una malattia cronica o di dolore cronico significa vivere sotto una costante fonte di stress fisico ed emotivo; dover affrontare un intervento chirurgico o un ricovero ospedaliero improvviso è estremamente stressante. Anche cambiamenti ormonali (come nel postpartum o menopausa) possono influenzare la reattività allo stress. Infine, alcune persone hanno una vulnerabilità biologica maggiore: ad esempio differenze genetiche possono rendere il sistema neuroendocrino di alcuni individui più reattivo agli stimoli stressanti.

  • Tratti psicologici e storia personale: come accennato, il modo di pensare e le esperienze pregresse influiscono sullo stress. Chi ha standard molto alti verso sé stesso, paura di fallire o un forte bisogno di controllo può percepire molti eventi come stressanti, perché ogni imperfezione o imprevisto diventa intollerabile. All’opposto, capacità di coping flessibili e ottimismo aiutano a ridurre l’impatto degli stressor. Anche la storia personale è cruciale: traumi infantili (abusi, trascuratezza, violenze) o eventi traumatici non elaborati (es. incidenti, lutti complicati) possono lasciare una “cicatrice” che rende il cervello più allarmato di fronte a situazioni stressanti future. Studi clinici confermano che i pazienti con disturbo post-traumatico da stress (PTSD) mostrano una risposta allo stress accentuata e persistente, con alti livelli di ormoni dello stress anche in assenza di pericoli reali. Infine, la mancanza di supporto sociale o risorse (affettive, economiche) funge da moltiplicatore di rischio: affrontare le difficoltà da soli, senza poter contare su aiuto esterno, rende molto più probabile sentirsi sopraffatti dallo stress.

Come si può notare, le cause di stress sono multiformi e spesso interagiscono fra loro. Un esempio: una persona che ha perso il lavoro (evento di vita negativo) potrebbe sviluppare problemi economici e tensioni familiari, sperimentando un forte stress cumulativo. Oppure, uno studente perfezionista (tratto psicologico) durante la preparazione all’esame di maturità vivrà lo studio con ansia enorme e potrà manifestare sintomi da stress. Identificare i propri stressor specifici è importante per poterli affrontare al meglio.

Quando chiedere aiuto

Lo stress, di per sé, non è una patologia, ma non va sottovalutato quando raggiunge livelli che iniziano a compromettere la salute o la qualità della vita. Quando è il caso di rivolgersi a un professionista? Gli esperti consigliano di chiedere aiuto medico o psicologico se i sintomi da stress sono particolarmente intensi, durano da molto tempo (settimane/mesi) o stanno interferendo con le attività quotidiane e le relazioni. Ad esempio, se da mesi ti senti ogni giorno in ansia, dormi male e hai dolori o altri disturbi fisici senza causa apparente, potrebbe essere utile parlarne con il tuo medico di base o con uno psicologo. Anche nel dubbio se certi sintomi siano dovuti allo stress oppure no (ad esempio tachicardia, capogiri frequenti, calo ponderale), è bene fare un controllo: il medico potrà escludere altre cause mediche e valutare il da farsi.

Attenzione: alcuni sintomi fisici che attribuiamo allo stress possono in realtà essere campanelli d’allarme di condizioni gravi. Dolore al petto improvviso, soprattutto se insorge sotto sforzo o è accompagnato da fiato corto, sudorazione fredda, vertigini, nausea o dolore che si irradia a spalla e braccio sinistro, non va mai ignorato. In questi casi occorre recarsi immediatamente al pronto soccorso, perché potrebbe trattarsi di un principio di infarto e non di “semplice” stress. Meglio un controllo in più che rischiare complicazioni!

In generale, chiedere aiuto non è segno di debolezza ma un atto di cura verso sé stessi. Se ti accorgi che lo stress ti sta schiacciando – ad esempio non riesci più a gestire il lavoro o la famiglia, ti senti continuamente al limite, oppure inizi ad avere pensieri molto negativi – parla con un professionista. Psicologi e psicoterapeuti sono formati per aiutarti a riconoscere i fattori di stress e a sviluppare strategie per fronteggiarli in modo sano. Nei prossimi paragrafi vedremo quali sono i principali approcci di trattamento e le strategie pratiche per ridurre lo stress.

la psicoterapia è utile per risolvere i disturbi da stress

Trattamenti comprovati per lo stress

Affrontare lo stress in modo efficace spesso richiede un approccio multidisciplinare, che tenga conto sia degli aspetti psicologici che di quelli fisici. Di seguito i principali approcci di provata efficacia:

  • Psicoterapia: è considerata il trattamento d’elezione per lo stress cronico e i disturbi ad esso correlati. In particolare, la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) ha evidenze solide nel ridurre i sintomi da stress e aiutare le persone a modificare pensieri e reazioni disfunzionali. Un percorso psicoterapeutico insegna a riconoscere i trigger (fattori scatenanti) dello stress, a sviluppare capacità di coping (adattamento) più sane e a gestire le emozioni in modo costruttivo. Anche altre forme di terapia possono essere utili a seconda dei casi: ad esempio la terapia breve strategica, la terapia cognitiva basata sulla mindfulness (MBCT) o l’EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) per lo stress post-traumatico. L’obiettivo comune è fornire supporto emotivo e strumenti pratici per far fronte allo stress. Da sapere: lo stress di per sé non è classificato come un disturbo mentale, quindi non esiste una “cura farmacologica dello stress” specifica. Tuttavia, se lo stress cronico ha contribuito a far insorgere ansia clinicamente significativa o depressione, possono essere prescritti farmaci mirati (come ansiolitici o antidepressivi) dal medico psichiatra, in associazione alla psicoterapia. Ad esempio, in alcuni casi il medico di base può consigliare per un periodo limitato integratori o ansiolitici blandi per aiutare a ristabilire il sonno, mentre si lavora sulle cause dello stress in terapia.

  • Supporto medico e multidisciplinare: dal momento che lo stress può influire su vari sistemi del corpo, talvolta è utile un approccio integrato. Ad esempio, se lo stress ha causato ipertensione o gastrite, il medico curante potrà gestire questi problemi con terapie specifiche (farmaci antipertensivi, gastroprotettori, etc.) parallelamente al trattamento psicologico dello stress. Allo stesso modo, in presenza di condizioni come l’orticaria cronica da stress o l’insonnia severa, potrebbe essere coinvolto rispettivamente un dermatologo o uno psichiatra specialista nel trattamento del sonno, per gestire i sintomi fisici mentre si affrontano le radici psicologiche. Un esempio concreto: ricerche scientifiche hanno evidenziato il legame tra stress e pelle, mostrando che lo stress psicologico può contribuire a scatenare o aggravare disturbi cutanei come orticaria e psoriasi attraverso complesse interazioni neuro-immunitarie. In questi casi è opportuno un duplice intervento: il dermatologo tratta la manifestazione cutanea, mentre lo psicologo aiuta a ridurre lo stress sottostante.

  • Tecniche di gestione dello stress: esistono programmi e interventi specifici volti a insegnare alle persone abilità di stress management. Un esempio è il training autogeno o il biofeedback, che aiutano a prendere consapevolezza delle risposte del proprio corpo allo stress e a autoregolarsi. Un altro esempio sono i gruppi di gestione dello stress, dove attraverso sessioni di gruppo, si apprendono e si praticano insieme tecniche di rilassamento e si condividono esperienze. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ad esempio, ha pubblicato una guida di auto-aiuto chiamata Fare ciò che conta nei momenti di stress per diffondere strategie pratiche di gestione dello stress basate sull’evidenza. Queste tecniche, che includono esercizi di rilassamento e mindfulness, possono essere apprese anche con l’ausilio di audio-guide e integrate nel percorso terapeutico. Secondo l’OMS, bastano pochi minuti al giorno di pratica costante per ottenere benefici in termini di resilienza e benessere mentale.

  • Stile di vita e interventi sul contesto: parte del trattamento dello stress consiste nel modificare quei fattori esterni o abitudini che alimentano lo stress. Ciò può voler dire riorganizzare i carichi di lavoro (magari imparando a delegare o a dire qualche no in più), migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavoro, oppure intervenire su abitudini malsane adottate come “valvola di sfogo” (fumo, uso eccessivo di alcol, alimentazione disordinata). In un contesto lavorativo, ad esempio, possono essere implementati programmi di well-being aziendale o coaching per aiutare i dipendenti a gestire lo stress occupazionale. Se lo stress deriva da conflitti relazionali, potrà essere utile una terapia familiare o di coppia, o il coinvolgimento di un consulente. In caso di stress finanziario, rivolgersi a un consulente economico può aiutare a ristrutturare i debiti e ridurre la pressione. Insomma, a seconda della causa scatenante, è importante affrontare anche il problema concreto oltre ai sintomi psicologici, con l’aiuto di professionisti specifici se necessario.

In sintesi, affrontare lo stress spesso richiede un approccio personalizzato. La psicoterapia è centrale per lavorare sulle risposte emotive e comportamentali allo stress; in parallelo, può essere necessario prendersi cura del corpo (con visite mediche, esami, trattamenti per i disturbi fisici correlati) e cambiare alcune abitudini o situazioni esterne che fungono da fonte di stress. Con il giusto supporto, è possibile uscire da un periodo buio di stress cronico e tornare a una condizione di equilibrio.

Strategie pratiche e consigli per ridurre lo stress

Oltre ai trattamenti professionali, esistono strategie pratiche che ognuno di noi può adottare nella vita quotidiana per gestire e ridurre lo stress. Si tratta di consigli di lifestyle supportati da evidenze scientifiche, utili sia a prevenire lo stress eccessivo sia ad alleviarne i sintomi. Ecco 5 consigli pratici che possono fare la differenza:

  1. Attività fisica regolare: fare movimento è uno dei rimedi anti-stress più efficaci e comprovati. L’esercizio fisico, infatti, aiuta ad abbassare i livelli degli ormoni dello stress e a rilasciare endorfine, migliorando il tono dell’umore. Bastano 30 minuti al giorno di attività moderata (come camminata a passo svelto, bicicletta, nuoto) per vedere benefici. Studi dell’American Heart Association indicano che l’esercizio regolare riduce tensione, ansia e sintomi depressivi, migliorando anche la salute cardiaca. Consiglio: trova uno sport o un tipo di movimento che ti piaccia (ballare, fare escursioni nella natura, yoga dinamico) e integralo nella tua routine settimanale. Anche una semplice passeggiata all’aria aperta durante la pausa pranzo può aiutarti a staccare e schiarire la mente.

  2. Tecniche di rilassamento e mindfulness: imparare a indurre uno stato di rilassamento fisico e mentale è fondamentale per contrastare la risposta allo stress. Tecniche come la respirazione profonda diaframmatica, il rilassamento muscolare progressivo o gli esercizi di visualizzazione guidata hanno dimostrato di ridurre l’attivazione fisiologica da stress (abbassando battito e pressione) e di favorire calma e concentrazione. Allo stesso modo, la meditazione mindfulness – anche solo 10-15 minuti al giorno – aiuta a prendere consapevolezza del momento presente e a interrompere il flusso di pensieri negativi, con benefici sul lungo termine in termini di resilienza. Secondo una meta-analisi pubblicata su JAMA nel 2022, un protocollo di Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) può essere efficace quanto un farmaco ansiolitico nel ridurre i sintomi di ansia e stress generalizzato. Consiglio: prova a inserire nella giornata piccoli ritagli di relax: ad esempio, al mattino appena sveglio fai 5 minuti di respirazione lenta concentrandoti sull’aria che entra e esce dai polmoni; oppure la sera prova una meditazione guidata (esistono molte app e video utili). Anche attività come yoga e tai chi combinano movimento dolce e mindfulness, risultando ottime per scaricare lo stress accumulato.

  3. Sonno di qualità: proteggere il proprio riposo è fondamentale per recuperare dalle tensioni quotidiane. Stress e sonno si influenzano a vicenda: da un lato lo stress causa insonnia e sonno disturbato, dall’altro la mancanza di sonno amplifica la reattività allo stress. Gli adulti dovrebbero puntare a circa 7-8 ore di sonno per notte. Per migliorare il sonno (la cosiddetta igiene del sonno), mantieni orari regolari di sonno e veglia, evita schermi luminosi e lavoro/studio subito prima di dormire, limita caffeina e alcol la sera. L’OMS ricorda che un sonno adeguato ha un effetto “riparatore” sul corpo, aiutando a invertire gli effetti dello stress e a mantenere l’equilibrio psicofisico. Consiglio: crea un rito serale rilassante (ad esempio una doccia calda, tisana e lettura) per segnalare al tuo corpo che è ora di rallentare. Se durante la notte ti svegli con pensieri che corrono, può aiutare tenere un block-notes sul comodino per annotare le preoccupazioni e “scaricarle” fino al mattino.

  4. Rete di supporto e tempo per sé: non isolarti – condividere è un potente antistress naturale. Parlare con una persona di fiducia (un amico, il partner, un familiare) delle proprie preoccupazioni può alleviare immediatamente il carico emotivo e offrire nuovi punti di vista. Coltiva le tue relazioni sociali partecipando ad attività di gruppo, circondandoti di persone positive e comprensive. Sapere di poter contare su qualcuno aiuta ad aumentare la resilienza. Al contempo, ritagliati ogni giorno un momento per te stesso: dedicarsi a un hobby gratificante o a un’attività piacevole (come cucinare, suonare uno strumento, fare giardinaggio, ascoltare musica) tiene la mente occupata in modo costruttivo e riduce la rimuginazione. Gli esperti consigliano di perseguire un equilibrio tra doveri e piaceri: dopo aver completato le tue responsabilità quotidiane, concediti qualcosa che ti faccia stare bene, senza sensi di colpa. Consiglio: inserisci in agenda momenti sociali (es. un caffè con un amico, una telefonata a una persona cara) e momenti di svago personale ogni settimana, come fossero appuntamenti importanti. Ricorda che chiedere aiuto non è segno di debolezza: se ti senti sopraffatto, parlare con uno psicologo può offrire uno spazio sicuro di ascolto e fornire strategie aggiuntive per gestire lo stress.

  5. Stile di vita sano e organizzazione: adottare uno stile di vita equilibrato fornisce al tuo corpo e alla tua mente le risorse per fronteggiare meglio lo stress. Questo significa seguire un’alimentazione sana (ricca di frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre, limitando zuccheri e cibi spazzatura) che assicuri al cervello il giusto nutrimento. Significa anche limitare gli stimolanti (caffeina, nicotina) che possono amplificare ansia e insonnia, e moderare il consumo di alcol che, sebbene sembri rilassare nell’immediato, sul lungo periodo peggiora lo stress e il sonno. Un altro aspetto chiave è imparare a gestire il tempo e le priorità: organizzare le proprie giornate con liste di cose da fare, delegando quando possibile e mettendo dei confini (es. orari oltre i quali non si lavora più), aiuta a prevenire il sovraccarico. Consiglio: prova a pianificare la settimana distribuendo impegni e pause in modo realistico, dicendo qualche no agli impegni non essenziali. Dividere un compito grande in piccole tappe ti farà sentire più in controllo e meno stressato. Infine, non dimenticare le pause: fare piccoli break durante la giornata (alzarsi, fare due passi, respirare profondamente per 1 minuto guardando fuori dalla finestra) interrompe la tensione continua e ricarica di energie.

Mettere in pratica questi accorgimenti richiede un po’ di impegno iniziale, ma i benefici si faranno sentire. Ridurre lo stress significa migliorare la propria salute in numerevoli modi: avrai più energie, dormirai meglio, affronterai i problemi con maggiore chiarezza mentale e ti sentirai più soddisfatto della vita. Ricorda che non esiste una bacchetta magica: spesso è la somma di tante piccole abitudini sane, giorno dopo giorno, a fare la differenza. E se non riesci da solo, non esitare a cercare supporto – meriti di stare bene e di vivere una vita più serena.

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Domande frequenti sullo stress

Quali sono i sintomi dello stress?

Lo stress può dare sintomi fisici (come mal di testa, tensione muscolare a collo/spalle, tachicardia, disturbi gastrointestinali tipo acidità o colon irritabile, stanchezza e insonnia), sintomi emotivi (ansia costante, irritabilità, tristezza, sentirsi sopraffatti), sintomi cognitivi (difficoltà di concentrazione, confusione mentale, pensieri negativi ricorrenti) e sintomi comportamentali (cambiamenti nell'appetito, insonnia, abuso di alcol o fumo, isolamento sociale).

Ogni persona può manifestare lo stress in modo diverso: ad esempio alcune persone somatizzano lo stress con dolori e malesseri fisici, altre notano soprattutto gli effetti sull'umore e sul comportamento. Se riconosci molti di questi sintomi in te stesso e persistono da tempo, valuta di adottare strategie di gestione dello stress o di rivolgerti a un professionista.

Lo stress può causare orticaria o altri problemi della pelle?

Sì. Una tensione emotiva molto forte o prolungata può manifestarsi anche sulla pelle. Ad esempio, esiste la cosiddetta orticaria da stress: in periodi di stress intenso, alcune persone sviluppano improvvisamente pomfi cutanei pruriginosi (simili a punture di zanzara) su varie parti del corpo. Questo avviene perché lo stress provoca il rilascio di istamina e altre sostanze infiammatorie, scatenando la reazione cutanea.

Allo stesso modo, lo stress può contribuire a peggiorare problemi dermatologici preesistenti – è noto che stress e psoriasi sono collegati, così come eczemi e dermatiti tendono ad aggravarsi in situazioni di tensione emotiva. Naturalmente, non è lo stress in sé a "causare" da zero malattie della pelle, ma funge da innesco o fattore di aggravamento in persone predisposte. Ad esempio, uno studio ha evidenziato una correlazione significativa tra stress psicologico e i flare (riacutizzazioni) della psoriasi.

Cosa fare? Se compaiono sfoghi cutanei in concomitanza a periodi stressanti, è bene consultare un dermatologo per il trattamento specifico (ad es. antistaminici per l'orticaria) e, in parallelo, adottare tecniche di gestione dello stress. Spesso, curando lo stress "alla radice", anche la pelle migliora visibilmente.

Come ridurre lo stress nella vita quotidiana?

Per ridurre lo stress giorno per giorno, puoi adottare diverse strategie pratiche. In primo luogo, cerca di dedicare tempo a te stesso ogni giorno con attività che ti rilassano (fare sport, passeggiare, ascoltare musica, hobby creativi) – l'attività fisica in particolare è un grande antistress naturale perché libera endorfine e riduce gli ormoni dello stress.

Introduci poi qualche tecnica di rilassamento: esercizi di respirazione profonda, meditazione mindfulness, yoga o anche un training autogeno guidato possono abbassare la tensione accumulata. Importante anche migliorare l'igiene del sonno (sonno regolare e sufficiente) e seguire abitudini sane: alimentazione equilibrata, limitare caffeina e alcol, evitare di saltare le pause durante la giornata.

Un altro consiglio chiave è imparare a organizzare le attività: pianifica le tue giornate dando priorità alle cose importanti e inserendo piccole pause, impara a dire no quando hai troppe richieste e delega dove possibile – questo ti aiuterà a non sentirti sommerso. Infine, parla con qualcuno di fidato quando ti senti sotto pressione: condividere quello che provi con amici, familiari o uno psicologo ti farà sentire supportato e alleggerito. Applicando con costanza queste strategie, il livello di stress quotidiano può calare significativamente.

Quando bisogna chiedere aiuto per lo stress?

Se lo stress diventa cronico e inizia a intaccare la tua salute o la tua capacità di svolgere le normali attività, è il momento di chiedere aiuto. In particolare, dovresti rivolgerti a un medico o psicologo se da diverse settimane (o mesi) hai sintomi intensi di stress – come ansia continua, insonnia grave, umore depresso, attacchi di panico, dolori fisici ricorrenti – che non migliorano nonostante i tentativi di gestirli.

Anche segnali come crolli emotivi frequenti (pianti inconsolabili, scoppi di rabbia) o comportamenti autolesivi (rifugiarsi nell'alcol, nel cibo o in altre dipendenze per far fronte allo stress) indicano che serve un supporto professionale. Non aspettare che la situazione diventi insostenibile: uno psicoterapeuta può aiutarti a rimettere in sesto le cose prima che lo stress sfoci in un disturbo più serio (ad es. un esaurimento nervoso, un disturbo d'ansia clinico o depressione).

Ricorda, chiedere aiuto è un atto di coraggio e cura verso te stesso. Anche solo poche sessioni di consultazione possono darti strumenti preziosi. E se hai sintomi fisici strani (come dolori al petto, svenimenti, palpitazioni intense) associati allo stress, è bene consultare il medico per escludere cause organiche: a volte diamo la colpa allo stress, ma è importante non trascurare possibili problemi medici sottostanti. In sintesi, chiedi aiuto quando senti che lo stress ti sta controllando, invece di essere tu a controllare lui.

Qual è la differenza tra stress e ansia?

Stress e ansia sono termini correlati ma non sono la stessa cosa. Lo stress è una risposta fisiologica e psicologica a fattori esterni percepiti come impegnativi o minacciosi: ad esempio, potresti essere sotto stress per una scadenza lavorativa, per un trasloco imminente o per problemi economici reali. L'ansia, invece, è uno stato emotivo di apprensione e preoccupazione spesso orientato al futuro, anche in assenza di un pericolo concreto immediato.

In pratica, lo stress ha di solito un trigger identificabile (es: "sono stressato per l'esame di domani"), mentre l'ansia può essere più vaga e generalizzata (es: "mi sento in ansia e non so bene perché, ho un'angoscia costante"). Inoltre, l'ansia può manifestarsi come disturbo clinico (disturbo d'ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie, ecc.), mentre lo stress di per sé non è una diagnosi medica – anche se uno stress prolungato e mal gestito può contribuire a far insorgere disturbi d'ansia o depressione.

In sintesi: l'ansia è più un'emozione (spesso senza causa apparente o sproporzionata rispetto alla situazione), lo stress è una reazione a eventi o pressioni esterne. I sintomi a volte si sovrappongono (tachicardia, tensione, inquietudine), ma l'approccio può differire: per l'ansia patologica spesso si usano specifiche terapie e, se necessario, farmaci; per lo stress si interviene rimuovendo o gestendo gli stressors e rafforzando le capacità di coping.

Va detto che stress e ansia stanno frequentemente a braccetto: vivere a lungo sotto stress ci rende più ansiosi, e le persone ansiose tendono a percepire più stress nelle situazioni quotidiane. Entrambi comunque possono essere affrontati efficacemente con un percorso psicologico mirato (come la terapia cognitivo-comportamentale) e cambiamenti nello stile di vita.