Secondo l'ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), in Italia il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni (circa 6,7 milioni) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Di queste, il 13,6% (2,8 milioni) ha subito violenze da parte del partner o ex partner.
Fonte: ISTAT - Violenza sulle donne
Questi numeri testimoniano come la violenza sulle donne non sia un fenomeno marginale, ma una realtà diffusa che richiede interventi preventivi concreti.
La violenza sulle donne è un fenomeno complesso, non ascrivibile solo a fatti di cronaca ma a un problema culturale, relazionale e psicologico.
È un problema culturale attribuibile all'assegnazione di stereotipi e ruoli gerarchici tra i generi: gli uomini educati al dominio e al controllo, le donne dedite alla cura, alla compiacenza e al sacrificio. Questi schemi hanno condizionato i modelli educativi, i media e le relazioni affettive.
Il fenomeno diviene un problema relazionale a causa dell'incontro (o meglio, scontro) di due soggettività che hanno interiorizzato modelli disfunzionali di rapporto, potere, dipendenza e identità. Jessica Benjamin, una delle autrici più conosciute nell'ambito degli studi sulla violenza di genere, afferma che il fenomeno nasce da una distorsione della reciprocità nelle relazioni:
«Il dominio è la forma patologica della relazione: quando l'altro non è riconosciuto come soggetto, ma ridotto a oggetto, l'amore si trasforma in potere.»
— Jessica Benjamin, Legami d'amore (1988)
Infine, diviene un problema psicologico a causa delle criticità, presenti in entrambi i generi, di riconoscere la propria incongruenza (discrepanza tra il Sé reale e l'esperienza organica della persona) e i propri meccanismi disfunzionali. L'aggressore potrebbe manifestare bisogno di controllo, distorsioni cognitive, bassa autostima, modelli interiorizzati di violenza. La vittima potrebbe subire traumi psicologici profondi come ansia, depressione, disturbi post-traumatici, vergogna e sensi di colpa.
La prevenzione all'interno di questo fenomeno ha il ruolo prioritario di protezione della persona e dell'innalzamento della soglia oltre la quale può manifestarsi un disagio. Parte dalla consapevolezza dei propri bisogni, confini e segnali d'allarme relazionali.
Il malessere emerge perché la donna, all'interno di una relazione disfunzionale, non si riconosce più e non riesce a codificare i segnali di controllo e di manipolazione. Emergono vissuti come senso di colpa, svuotamento emotivo, perdita di interesse, incapacità di prendere decisioni: tutti sintomi ascrivibili alla dipendenza affettiva.
In Mindscapes. Psiche nel paesaggio (2021), Vittorio Lingiardi afferma:
«A volte l'amore diventa un luogo in cui ci si perde, una zona dove l'identità si dissolve nell'altro e si sopravvive solo finché l'altro ci definisce.»
Da questa definizione si evincono alcuni elementi caratteristici del funzionamento relazionale dipendente:
Proprio a causa di queste dinamiche risulta fondamentale il ruolo della psicoterapia.
La relazione terapeutica facilita la donna a comprendere se stessa, a riconoscere i propri schemi emotivi e cognitivi e, soprattutto, le dinamiche relazionali disfunzionali e le loro radici.
La psicoterapia è in grado di:
Per le donne significa riconoscere i segnali della manipolazione affettiva, ricostruire un nuovo valore di sé e sviluppare autoefficacia personale.
I percorsi di psicoterapia di My Mental Care sono pensati proprio per accompagnare le donne in questo delicato processo di riappropriazione della propria identità e autonomia.

La prevenzione della violenza sulle donne non riguarda solo la tutela e il sostegno della donna, ma passa anche attraverso un lavoro di consapevolezza identitaria e relazionale maschile.
Nella cultura patriarcale, molti uomini si riconoscono in un modello caratterizzato da controllo, potenza, invulnerabilità e possesso della partner, che può trasformarsi in un comportamento coercitivo, gelosia patologica, controllo economico, violenza psicologica e fisica.
L'autoconsapevolezza maschile diviene un valore trasformativo fondamentale. Anche qui il ruolo della psicoterapia potrebbe essere rilevante. La relazione terapeutica potrebbe facilitare l'uomo a:
Per gli uomini significa riconoscere le proprie vulnerabilità, gestire e modulare efficacemente le proprie emozioni senza ricorrere al dominio, costruire relazioni basate sulla reciproca soggettività.
La violenza sulle donne non si esaurisce negli eventi estremi raccontati dalla cronaca: nasce nel terreno invisibile delle relazioni, nella trasmissione di modelli genitoriali disfunzionali, nella difficoltà degli uomini e delle donne di riconoscere e codificare i propri bisogni emotivi e i propri meccanismi disfunzionali.
È qui che diviene centrale il ruolo della psicoterapia, come luogo "sicuro", come spazio di prevenzione e di trasformazione.
Nella relazione terapeutica la persona trova un clima facilitante caratterizzato dall'assenza di giudizio e dall'autenticità, capace di:
Per questo la psicoterapia non può essere definita solo un intervento individuale rispetto a "un problema", ma diventa un ponte tra l'interiorità e la cultura.
La prevenzione non riguarda solo le leggi, l'educazione e le istituzioni, ma passa dal lavoro quotidiano e silenzioso della vita psichica.

Se stai vivendo una situazione di disagio relazionale, se riconosci in te alcuni dei segnali descritti, o se semplicemente senti il bisogno di un confronto, il team di My Mental Care è qui per te.
I nostri psicoterapeuti specializzati possono accompagnarti in un percorso di consapevolezza, autonomia e benessere, in un ambiente sicuro e privo di giudizio.
Prenota una prima consulenza presso le nostre sedi di Lecce, Bologna, Milano e Roma, oppure online.